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Vacanze e offerte a Catanzaro (fine settimana)

Il centro storico presenta il tipico impianto urbanistico medievale a reticolo. Nel Museo provinciale si conservano raccolte archeologiche, numismatiche e pittoriche. Numerose le chiese ricche di pregevoli opere d'arte. Dalla via De Seta si gode di un magnifico panorama in direzione del golfo di Squillace.
Principale mercato agricolo della regione, Catanzaro č centro industriale con stabilimenti alimentari (oleifici, pastifici, distillerie). La provincia, che comprende 80 comuni in un territorio prevalentemente collinoso o montuoso, č soprattutto dedita all'agricoltura (cereali, ulivi, viti, agrumi, frutta). Sulla costa ionica si sono sviluppati numerosi centri balneari.

Il Palazzo De Nobili, situato nella zona sud-est del centro storico, la sede del Comune dal 1863. L'edificio posto sulla via Jannoni, in posizione limitrofa alla Villa Margherita e a pochi passi dal Teatro Politeama. L'originario palazzo patrizio fu costruito, nei primi anni dell'Ottocento, da Emanuele De Nobili e dalla moglie, Olimpia Schipani, riprendendo i toni architettonici di una residenza estiva della stessa famiglia nobiliare. In quell'edificio, fu ricevuto con grande sfarzo Giuseppe Bonaparte (Emanuele De Nobili era stato Gran Ciambellano ai tempi di Gioacchino Murat). Nel 1861, la famiglia De Nobili decise di cedere il prestigioso immobile al Comune; le trattative si conclusero nel 1863, con atto del Notar Spadola, per un prezzo di 67.998 lire.

Il Palazzo, divenuto sede ufficiale del Governo cittadino, venne ingrandito e abbellito. Nel periodo 1935-1939 venne sopralevato per dotare gli uffici comunali di maggiori spazi. Gli elementi di maggiore pregio sono: la Sala del Consiglio (ristrutturata completamente nel 1989) ornata dagli affreschi di Tarcisio Bedini ( su bozzetto originale di Ugo Ortona) che riprendono alcuni momenti centrali della storia cittadina, la Sala dei Concerti (pregevoli stucchi, ritratti ad olio dei Sindaci della cittā e la Sala delle Commissioni, abbellita da affreschi del maestro Sandro Russo (1995).



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